Registrazione obbligatoria della durata effettiva di lavoro per baby sitter, badanti e colf


Il lavoro domestico in Italia si conferma un pilastro fondamentale della società e dell’economia, coinvolgendo oltre 3,3 milioni di persone.

La disciplina del lavoro domestico in Italia trova fondamento in diverse fonti: nel Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per il settore domestico e nelle disposizioni del Codice Civile e delle leggi in materia di lavoro. Il contratto collettivo, aggiornato periodicamente, stabilisce i diritti e i doveri delle parti, indicando le modalità di assunzione, l’inquadramento del lavoratore, l’orario di lavoro e la retribuzione minima. La legge prevede, inoltre, l’obbligo di registrare il rapporto di lavoro presso l’INPS e di versare regolarmente i contributi previdenziali e assistenziali.

Inoltre, è obbligatorio comunicare l’instaurazione del rapporto di lavoro agli enti competenti, in modo da garantire al lavoratore la copertura assicurativa per infortuni e malattie professionali, nonché il diritto al trattamento di fine rapporto (TFR). La mancata osservanza di queste norme configura una situazione di irregolarità, con rilevanti implicazioni legali.

In questo contesto, un punto di svolta è stato segnato dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea che afferma il principio secondo cui anche i lavoratori domestici, tra cui colf e badanti, avranno diritto a un sistema che misuri in modo preciso la durata effettiva dell'orario di lavoro giornaliero.