Cereali, un settore penalizzato da condizioni climatiche e mercato. Confagricoltura Piemonte: "I conti non tornano. Un'annata da dimenticare"


Un 2024 da dimenticare per il settore cerealicolo. È il commento espresso da Confagricoltura Piemonte, dopo che anche il gruppo di lavoro “Cereali, semi oleosi e colture proteiche” del Copa Cogeca ha diffuso i primi dati.

 

I dati sul settore cerealicolo messi a disposizione dal Copa Cogeca, l’organo di rappresentanza degli agricoltori e delle cooperative agricole dell'UE, destano forti preoccupazioni.

La produzione di cereali, in Europa, quella dei 27 Paesi, dovrebbe raggiungere i 257.3 milioni di tonnellate per far fronte alla domanda di mercato, ma attualmente registra un calo del 4.7% (circa 10 milioni in meno) sul raccolto del 2023. Anche a livello nazionale la situazione produttiva è analoga.

Le piogge sul Piemonte da aprile in poi hanno lasciato ben poche finestre temporali utili alle lavorazioni: hanno causato ritardi nella semina o addirittura la risemina di alcuni cereali, richiedendo l’impiego di varietà con periodi di crescita più brevi e precoci. Tuttavia, nonostante la scarsa produzione, la qualità si è mantenuta su buoni livelli” puntualizza Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte che prosegue evidenziando come il settore cerealicolo e la sua filiera facciano parte di una commodity; pertanto, scontano dei prezzi di un listino mondiale, che poco remunerano le nostre realtà produttive, sostenibili e garantite.

A questa situazione già penalizzante, occorre anche aggiungere che non si arresta la tendenza in crescita del prezzo dei mezzi chimici, carburante, energia elettrica e semente, contribuendo sensibilmente all’incremento dei costi di produzione mentre, allo stesso tempo, il sistema degli anticipi e degli acconti degli aiuti Pac sta scontando ridimensionamenti e ritardi rispetto alla precedente programmazione.

In sostanza la materia prima è pagata in modo inadeguato, nonostante la qualità regga – sottolinea il presidente – ma i costi per produrre aumentano”.

Gli agricoltori possono tracciare tutte le attività in campo per arrivare a certificare la salubrità del prodotto ma continuano ad essere penalizzati poiché il valore aggiunto non viene distribuito in modo equo lungo tutta la filiera” sottolinea Allasia.

Un altro problema da trattare in modo risoluto riguarda l’autosufficienza alimentare del nostro Paese” evidenzia Allasia. “Occorre lavorare insieme, produttori agricoli e trasformatori, per superare le criticità di questa e di altre filiere significative del sistema agroalimentare nazionale, attraverso contratti tra le parti, per valorizzare la materia prima nazionale, anche collaborando con istituti di ricerca e università”.

Un ulteriore aspetto da migliorare – ritiene Confagricoltura Piemonte – è quello della logistica: una diminuzione dei costi lungo la catena della distribuzione andrebbe a tutto vantaggio dei consumatori finali, rendendo il carrello della spesa più leggero in termini economici.

“In altre parole - ricapitola Allasia – è necessario lavorare su progetti per filiere più competitive, capaci di creare reddito, favorire l’aggregazione di prodotto, migliorare la logistica di trasporto e di stoccaggio e, nel contempo, in grado di puntare su ricerca e innovazione al fine di dare al consumatore un prodotto sempre più di qualità