Come sarà l’agricoltura del futuro. Il presidente Massimiliano Giansanti incontra gli studenti della LUISS


“Le nuove tecnologie e l’Agricoltura 4.0 sono già una realtà in agricoltura, per agevolare il compito di garantire un aumento della produttività, fronteggiando, allo stesso tempo, un clima in costante cambiamento. Per questa ragione si registra un crescente interesse per le applicazioni dell’intelligenza artificiale nel settore agroalimentare”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, intervenendo alla LUISS Guido Carli, durante un incontro con gli studenti sui grandi temi dell’agricoltura del futuro, dal titolo: “L’agricoltura di domani: innovazione, scienza e nuove competenze”.

“Il settore guarda con attenzione alle TEA, Tecniche di evoluzione assistita – ha proseguito Giansanti -. Oggi siamo in grado di poter coltivare piante più resistenti ai cambiamenti climatici. In Italia abbiamo autorizzato le sperimentazioni in campo e, a livello europeo, il nostro auspicio è che si possa giungere a una posizione comune per concludere quanto prima l’iter legislativo di questo dossier fondamentale per l’agricoltura del futuro, italiana ed europea”.

Il presidente ha poi spiegato come l'innovazione tecnologica applicata in agricoltura stia trasformando profondamente le competenze richieste ai giovani, che richiedono profili professionali sempre più specifici. “L'uso dei droni, i sensori IoT e i software di gestione delle colture e degli allevamenti richiedono una preparazione multidisciplinare elevata”.

Giansanti ha parlato infine di geopolitica del cibo, sottolineando come il settore primario sia spesso il punto di partenza per lo sviluppo economico di un Paese: “Nel 2050 saremo 10 milioni di abitanti e questo significa che dovremo produrre circa il 30% in più. Un Paese è forte quando ha un’agricoltura forte - ha detto - Chi detiene la produzione primaria, detiene una scorta strategica di beni che a sua volta, di fatto, determina potere”. Il presidente ha fatto l’esempio della Russia, principale esportatore di frumento nel mondo, che rappresenta circa un quarto del commercio mondiale di questo cereale. Questo può condizionare non solo i mercati e i prezzi globali, ma anche le politiche alimentari e le relazioni internazionali.