Mercosur: importante sostenere il no all'accordo senza modifiche. Bene l'intervento del governo italiano


L’accordo Mercosur preoccupa gli agricoltori italiani e non solo. Nei giorni scorsi Confagricoltura, in linea con le posizioni sostenute da tempo contro la finalizzazione dell’intesa senza radicali modifiche, aveva sensibilizzato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e i ministri Tajani e Lollobrigida, inviando loro la lettera del COPA-COGECA indirizzata alla presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, e al presidente del Consiglio UE, Victor Orban, firmata da oltre 50 associazioni agricole e cooperative europee contro l’accordo così come si configura attualmente e che dovrebbe essere firmato in queste settimane.

Confagricoltura, apprezzando il fatto che la presidente Meloni abbia sostenuto queste posizioni al tavolo delle discussioni del G20, evidenzia la necessità di sensibilizzare tutte le istituzioni sulla politica commerciale europea e, in particolare, sulle possibili problematiche per il settore legate a un eventuale accordo con i Paesi Mercosur.

Nella lettera del COPA-COGECA viene ricordato il ruolo dell’agricoltura e dell’agroalimentare negli scambi internazionali, nonché il rischio che una scarsa attenzione nelle politiche europee e negli accordi internazionali – primo fra tutti il Mercosur – potrebbe determinare per il settore primario, soprattutto laddove non venga rispettata la reciprocità degli standard produttivi.

Le preoccupazioni principali riguardano l'impatto derivante da una maggiore apertura alle importazioni di prodotti agroalimentari dal Mercosur, in particolare carni bovine, pollame, riso, mais e zucchero. Pur presentando potenziali vantaggi per alcuni settori, l'intesa è altamente penalizzante per le produzioni europee e italiane in termini di concorrenza e sicurezza alimentare.

Confagricoltura sottolinea quindi la necessità di un principio di reciprocità che richieda ai produttori del Mercosur di rispettare gli stessi standard ambientali e sanitari previsti per gli agricoltori europei, ponendo l'accento sulle difficoltà che gli operatori UE incontrerebbero per competere equamente con produttori esteri sottoposti a regole meno restrittive.

Il capitolo agricolo del presente accordo risulta essere estremamente sacrificato rispetto agli altri settori per la sua ratifica, creando uno squilibrio che graverebbe pesantemente sulla bilancia agroalimentare italiana ed europea, affossando diverse produzioni nazionali di punta del Made in Italy.