Crisi della frutta fresca in Italia: Michele Ponso, presidente FNP Frutticoltura, ne parla su Il Sussidario.net


La produzione di frutta fresca in Italia è in forte calo, con una diminuzione del 30% negli ultimi dieci anni, come evidenziato da Michele Ponso, presidente della Federazione Nazionale di prodotto Frutticoltura di Confagricoltura, in un'intervista a Il Sussidiario.net.

Il settore è gravato da una serie di difficoltà, tra cui l’effetto dei cambiamenti climatici e le restrizioni imposte dall’Unione Europea sull’uso di fitofarmaci. Sebbene l'UE limiti l’uso di certe molecole per tutelare l’ambiente, queste misure non vengono applicate alla frutta importata da paesi extra-europei, che può essere trattata con sostanze vietate in Europa da decenni.

Il risultato è un paradosso: mentre la produzione di pere è diminuita del 42,9% e quella di pesche e nettarine del 15,5% e 28,9% rispettivamente, le importazioni sono aumentate del 26% e del 18%. Un altro esempio riguarda i kiwi (+56%) e le prugne (+52%). In parallelo, l'Italia ha perso l’11% delle superfici coltivate a frutta. Ponso ha sottolineato come queste politiche, unite all’aumento dei costi per energia, irrigazione e materie prime, stiano mettendo in ginocchio molti produttori, con un numero crescente di aziende che chiudono.

Inoltre, l'industria di trasformazione offre prezzi molto bassi, mentre un aumento del 30% nella domanda di frutta confezionata singolarmente, favorita dalla pandemia, ha ridotto ulteriormente i margini per i produttori. Senza alternative adeguate, la difficoltà nel contrastare malattie e parassiti come la cimice asiatica e la mosca Suzukii rende la situazione ancora più critica.